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Le agenzie di lavoro in Germania tipo Gastrojob e altre sono legali ?

Agenzie lavoro in germania illegali
Abbiamo chiesto al Dr Alessandro Bellardita Magistrato attualmente giudice civilista presso l'Amtsgericht Heidelberg come funziona la legge e' se queste agenzie sono legali ;

Dr Alessandro Bellardita :
In Germania è legale, ormai dalla riforma Hartz I e III del governo rosso-verde di Schröder, iniziata nel febbraio del 2003 e portata a termine nel 2005 (con la riforma Hartz IV). Il mercato delle agenzie del lavoro è stato liberalizzato e flessibilizzato, prima era illegale chiedere un compenso per aver intermediato un contratto di lavoro, adesso, invece, chi ha la Arbeitsvermittlungsgenehmigung può chiedere anche una provvigione.


Codice di sicurezza sociale (SGB) Libro Terzo (III) l'Occupazione (Articolo 1 della Legge 24. Marzo 1997, BGBl. I, P. 594)
§ 296 Contratto di mediazione tra Intermediari e persone in cerca di lavoro

(1) Un Contratto in base al quale un Intermediario obbligato, o in cerca di occupazione di un posto di Lavoro di trasmettere, necessita della Forma scritta. Il Contratto prevede, in particolare, la Remunerazione dell'Intermediario indicato. Ai Servizi di Mediazione comprendono anche tutti i Servizi per la Preparazione e l'Attuazione della Mediazione obbligatoria, in particolare, l'Accertamento delle Conoscenze del Candidato, nonché con la Mediazione relative Orientamento professionale. L'Intermediario ha o a persone in cerca di lavoro il Contratto per Iscritto.
(2) La o delle persone in cerca di lavoro al Pagamento delle Indennità di cui al Paragrafo 3 solo l'obbligo, quando, a causa della Mediazione del Broker, il Contratto di lavoro stipulato. L'Intermediario non può Anticipazioni sulle Indennità di esigere o ricevere.
(3) La Retribuzione, ivi comprese le amministrazioni Iva di 2 000 Euro, salvo in caso di un valido Attivazione e Vermittlungsgutschein in una diversa Altezza, § 45, Paragrafo 6, comma 4, viene presentata o da un Decreto legislativo secondo il § 301 per determinate Professioni o Gruppi di persone diversamente stabilito. Per il Collocamento di Persone in Au-pair Rapporti, la Retribuzione Di 150 Euro.
(4) persone in cerca di occupazione, l'Intermediario di un codice di Attivazione e Vermittlungsgutschein presentare la Remunerazione, in deroga all'art 266 del Codice Civile in Rate da pagare. La Remunerazione è, dopo la Presentazione dell'Attivazione e Vermittlungsgutscheins fino al Momento differiti, in cui l'Agenzia per il Lavoro, a Norma dell'articolo 45, Paragrafo 6, ha pagato.

In breve queste agenzie sono legali e possono chiedere compensi in cambio di lavoro .La nostra opinione personale e' di evitarle in quanto abbiamo centinaia di casi e testimonianze di persone che si sono ritrovate a dover lavorare anche 13 ore al giorno con stipendi che non superavano le 600 euro mensili .Vi segnaliamo una fantomatica agenzia che si trova in Peru' e che vi offre lavoro in Germania in cambio chiaramente di denaro l'agenzia o fantomatica agenzia se esiste si chiama Fantin Jobs e anche qui qualcuno c'e' cascato purtroppo
Ringraziamo il Dr Alessandro Bellardita per le informazioni fornite
Lasciate nei commenti le vostre testimonianze se avete avuto a che fare con qualche agenzia 

Il sistema sanitario Tedesco - Come funziona

Come funziona la sanita' in germania
In Germania la copertura della spesa sanitaria avviene attraverso un sistema di carattere prevalentemente solidaristico. Alla base del circuito assicurativo-finanziario si pone la protezione sociale (Sozialversicherung) che copre, attraverso circa 1.200 fondi pubblici o casse malattia (Krankenkassen), l'86,9% della popolazione; un ulteriore 2,4% (prevalentemente dipendenti pubblici) fruisce di una copertura di natura comunque statale o parastatale.
Alla protezione sociale si accede attraverso il versamento di contributi sociali, obbligatori per i soggetti con un reddito inferiore a una determinata soglia (attualmente pari a circa 70 milioni) e facoltativi, come si vedrà in seguito, per quelli con un reddito superiore. L'aliquota varia in relazione al reddito medio e al rischio sanitario medio delle persone appartenenti al fondo in questione. Tali fondi sono enti autonomi senza finalità di lucro, gestiti da rappresentanti dei lavoratori e da datori di lavoro; i principali, organizzati per aree geografiche, categorie professionali o singole imprese sono:
casse locali, a cui era iscritto nel 1991 circa il 30% della popolazione (prevalentemente lavoratori dipendenti);
casse suppletive per impiegati e operai, con una quota pari al 25% del totale della popolazione;
casse aziendali, al servizio di tutti i dipendenti delle imprese presso le quali sono costituite (raccolgono circa l'8% del totale);
casse corporative, obbligate per legge ad assicurare tutti i lavoratori dipendenti (4% del totale) che lavorano in imprese artigiane il cui titolare appartiene a una corporazione di arti e mestieri;
casse dei minatori e dei marinai, gestite a livello statale da un unico ente a causa del limitato numero di associati (pari al 2% della popolazione);
casse degli agricoltori, presenti in ciascuno dei 19 consorzi agricoli del paese, pari all'1% del totale.
A differenza della maggior parte dei sistemi solidaristici europei, la protezione sociale non copre necessariamente l'intera popolazione. Circa l'11% di abitanti, infatti, percependo un reddito superiore a una determinata soglia, puo optare per una forma di copertura assicurativa privata.
Il sistema sanitario tedesco è quindi caratterizzato da due circuiti assicurativi differenti: il primo, pubblico, basato sulla presenza di casse mutue che garantiscono la copertura di determinate categorie di cittadini, il secondo, privato, a cui puo accedere la parte di popolazione con reddito elevato (Giuliani, 1996b; Onetti, 1995).
Ai fondi pubblici è attribuita per legge un'ampia autonomia decisionale che consente, attraverso il controllo dell'attività dei medici, di orientare i comportamenti prescrittivi per incentivare la diffusione dei farmaci meno costosi. All'interno del sistema tedesco, gli enti erogatori di assistenza sanitaria godono di una certa autonomia decisionale nelle scelte di allocazione e impiego delle risorse. L'offerta di servizi sanitari è in buona parte affidata a operatori privati. Il governo federale esercita il proprio controllo sull'erogazione di servizi attraverso la definizione delle regole a cui tutti gli operatori, pubblici o privati, si devono attenere e la formulazione di obiettivi generali di spesa. Nel 1989 erano presenti in Germania 1.046 ospedali pubblici, 1.021 ospedali senza fini di lucro e 978 cliniche private.
L'assistenza di base è garantita da circa 70.000 medici convenzionati, i quali ricevono i propri onorari dalle casse mutua, oppure direttamente dal paziente nel caso quest'ultimo sia coperto da un'assicurazione privata.

Le leggi in Germania - Dr Alessandro Bellardita

Licenziamenti in germania le leggi
Ringraziamo il Dr Alessandro Bellardita per la collaborazione concessa a questo blog Da oggi c'e una nuova rubrica nel nostro blog su le leggi in Germania : Licenziamenti ,diritti dei lavoratori e molto altro .
Dr. Alessandro Bellardita è un magistrato - attualmente giudice civilista presso l'Amtsgericht Heidelberg (pretura) - e giornalista: si è laureato in giurisprudenza nel 2004 (università di Mannheim), fino al 2008 ha lavorato come assistente universitario (cattedra di diritto civile e dei trasporti - Prof. Dr. Karsten Otte - Universität Mannheim), poi, dal 2005 al 2006 ha ricevuto una borsa di studio dal Kölner Gymnasial- und Stiftungsfonds e dal 2005 al 2009 ha svolto il dottorato di ricerca. Dal 2005 al 2012 ha collaborato con il quotidiano EUROPA (scrivendo sulla politica tedesca) e dal 2007 cura la rubrica legale del Corriere d'Italia e del mensile Buongiorno Italia, occupandosi di temi relativi al diritto tedesco. Presso uno studio legale internazionale (Moore Stephens - KMB) - dopo il tirocinio (Referendariat) al tribunale di Darmstadt - è stato avvocato dal 2010 al 2012 (diritto societario e del lavoro). Dal 2014, accanto alla carica di magistrato, insegna diritto del lavoro presso l'Accademia federale della Croce Rossa (DRK).
Il sito del Dr Alessandro Bellardita lo trovate a questo link .Giurista.info

Articoli pubblicati :
Licenziamento in Germania Leggi l'articolo
Fumare durante la pausa di lavoro Leggi l'articolo
Contratto obbligatorio nella gastronomia Leggi l'articolo
Il diritto alle ferie Leggi l'articolo
Il periodo di prova lavorativo Leggi l'articolo


Licenziamento in Germania - Cosa fare e come comportarsi

Cosa fare se si viene licenziati
I primi passi dopo un licenziamento
Il primo passo è semplice e bisogna farlo subito: il lavoratore deve fare delle fotocopie del licenziamento e recarsi presso l’agenzia del lavoro (Bundesagentur für Arbeit), altrimenti c’è il rischio di perdere una parte del sussidio per la disoccupazione (ALG I).

Il dipendente che ha ricevuto un licenziamento ha, oltretutto, il diritto di rivolgersi all’agenzia del lavoro anche se il rapporto lavorativo continua a sussistere. L’operaio, dunque, deve essere liberato dall’obbligo lavorativo per potersi recare entro i termini previsti dalla legge presso l’agenzia del lavoro.

Il secondo passo da fare è quello di richiedere al datore di lavoro un attestato (Zwischenzeugnis). Questo è importante per la ricerca di un nuovo impiego e può assumere un ruolo rilevante anche durante un possibile processo. È importante sapere, che ogni dipendente ha un diritto di ottenere un attestato di lavoro e il datore di lavoro è obbligato a consegnarlo entro un termine ammissibile (in genere entro due settimane).

Come difendersi da un licenziamento
In genere non è facile per il datore di lavoro dichiarare un licenziamento a norma di legge. Per questo, nella maggior parte dei casi, per il lavoratore è conveniente far esaminare la lettera di licenziamento da un avvocato o dai rispettivi esponenti del sindacato (ammesso che questo nel proprio settore lavorativo esista) subito dopo averla ricevuta. Questo vale anche nel caso in cui la propria impresa abbia un cosiddetto consiglio di fabbrica (Betriebsrat), perché anche i membri di questo organo non sono infallibili.

Il legislatore, difatti, ha stabilito una serie di presupposti formali, alle quali ogni licenziamento deve attenersi: in primo luogo deve essere in forma scritta. Un’e-mail oppure una lettera non firmata dal datore di lavoro non è sufficiente. Anche una firma per incarico (im Auftrag) in genere non basta. Inoltre, una copia del licenziamento è insufficiente anche quando il datore di lavoro ha mostrato all’operaio l’originale.

Accanto a questi presupposti formali, vi sono altri motivi per i quali un licenziamento può essere confutato: le limitazioni più importanti si trovano nella legge sulla tutela dai licenziamenti (Kündigungsschutzgesetz – KSchG), che trova – in genere – applicazione in unità produttive con almeno dieci dipendenti.

Per un licenziamento disciplinare (verhaltensbedingte Kündigung) occorre almeno un avviso (Abmahnung). Se questo manca, il datore di lavoro non avrà gioco facile nell’ambito di un processo. Un licenziamento dovuto a motivi personali del lavoratore (personenbedingte Kündigung) è possibile, ad esempio, in caso di frequenti malattie brevi o in presenza di una malattia molto lunga.

Nel caso di un licenziamento per motivi aziendali (betriebsbedingte Kündigung) il datore di lavoro deve rispettare alcuni criteri sociali (Sozialauswahl): infatti, nel caso in cui all’interno di un’impresa debba essere eliminato un posto di lavoro in un settore in cui lavorano dipendenti tra loro equiparabili, il datore di lavoro deve scegliere tra questi chi deve essere licenziato. I criteri previsti dalla legge sono: la durata d’appartenenza del dipendente all’impresa, la sua età e gli obblighi di mantenimento del dipendente. Un dipendente che deve mantenere una famiglia è, dunque, privilegiato rispetto ad un dipendente single. Secondo la Corte Costituzionale, comunque, anche le aziende più piccole (Kleinbetrieb) sono tenute, anche se limitatamente, a rispettare alcuni criteri sociali.

Inoltre, è sbagliato pensare che, dopo ogni licenziamento, ogni prestatore di lavoro abbia il diritto a una liquidazione (Abfindung), vale a dire a un trattamento di fine rapporto. Una liquidazione, tuttavia, può essere raggiunta grazie ad un patteggiamento con la controparte (in questo senso non cambia nulla il § 1a KSchG). Solitamente tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari alla metà dell’importo mensile lordo.

Un licenziamento, però, è valido se il lavoratore non reagisce entro la scadenza dei termini previsti dalla legge. Intentare un’azione legale contro il licenziamento entro il termine stabilito dalla legge è importante: in genere bisogna depositare gli atti entro tre settimane dal giorno in cui il lavoratore ha ricevuto il licenziamento. Il termine delle tre settimane vale anche nel caso in cui il datore di lavoro offre al dipendente un nuovo posto di lavoro con altre condizioni contrattuali (Änderungskündigung). Anche in questo caso il tribunale del lavoro potrà controllare se il datore di lavoro ha rispettato i criteri sociali o meno.

Particolare attenzione bisogna fare per quanto riguarda la risoluzione consensuale del contratto lavorativo (Aufhebungsvertrag). Chi firma un contratto simile deve sapere che potrà andare incontro a seri problemi per quanto concerne il sussidio per la disoccupazione, perché spesso le agenzie del lavoro in presenza di un Aufhebungsvertrag rifiutano il pagamento dell’indennizzo per alcune settimane (Sperrzeit), in casi estremi fino a dodici settimane.
Fonte : Giurista.info 

Perche' cacciare la Germania dal Eurozona secondo il Prof.Chovanec

economia tedesca in europa
Su Foreign Policy il prof.  P. Chovanec, della Columbia University,  ribadisce che il problema dell’eurozona sono gli squilibri tra i paesi, non i debiti pubblici. In questo senso, la Germania è il paese più sbilanciato di tutti, e una sua uscita dall’euro sarebbe la soluzione migliore, come già da tempo ha chiarito il Manifesto di Solidarietà Europea.
Lo scorso anno, la Germania ha registrato un surplus commerciale record di 217 miliardi di euro, seconda solo alla Cina nel dominio globale delle esportazioni. Per alcuni, questo fa della Germania un faro luminoso in un’economia dell’eurozona altrimenti anemica — un “fattore di crescita,” come la definisce il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble. In realtà, le croniche eccedenze commerciali tedesche sono al cuore dei problemi dell’Europa; anziché stimolare l’economia globale, la stanno trascinando a fondo. Il modo migliore per porre fine a questa situazione perversa è che la Germania lasci l’eurozona.
Di solito i tedeschi rispondono a tali accuse con una sorta di disorientamento risentito. Abbiamo eccedenze commerciali, spiegano pazientemente, semplicemente perché siamo molto più competitivi rispetto alla maggior parte dei nostri partner commerciali. Potete incolparci, chiedono, se il mondo preferisce acquistare le superiori merci tedesche (e non hanno nulla di desiderabile da darci in cambio)? Quindi il ragionamento è questo: il resto del mondo deve solo migliorare, fare i compiti a casa e diventare un po’ più simile alla Germania. Nel frattempo, non ci dovete odiare perché siamo bravi e belli…
Contrariamente a quanto sostiene la mitologia popolare, tuttavia, non c’è assolutamente alcuna ragione per cui l’essere “competitivi” costringa ad avere un avanzo commerciale.
Già nel 1817, l’economista David Ricardo spiegò che il miglior presupposto per il commercio è avere un vantaggio comparato, non assoluto. In altre parole, anche se un paese è più bravo a fare tutto, dovrebbe esportare ciò che sa fare meglio e importare quello in cui è meno competitivo. Avere un vantaggio generalizzato non implica che sia economicamente sensato produrre tutto in casa propria, e men che meno vendere più di quello che si desidera avere in cambio. O, per dirla in modo un po’ diverso, non esiste una ragione intrinseca per cui guadagnare di più non possa significare spendere di più, consumando beni pubblici e privati, nonché investire di più in  capacità produttiva futura.
Le eccedenze commerciali si hanno quando un paese sceglie di spendere meno di quanto produce — quando ha un eccesso di risparmio, che va oltre la sua necessità  di credito interno. L’eccesso di risparmio viene prestato all’estero, finanziando così la possibilità di un altro paese di spendere più di quanto produce e, con un deficit commerciale, acquistare la produzione eccedente del suo finanziatore. È vero che un paese altamente produttivo potrebbe avere le risorse per produrre un eccesso di risparmio, mentre un paese meno produttivo potrebbe essere incline a prendere in prestito anziché trovare i risparmi di cui ha bisogno. Ma fondamentalmente, gli squilibri commerciali nascono non da un vantaggio competitivo, ma da delle scelte su quanto risparmiare e su dove distribuire il risparmio — in patria o all’estero.
In alcune circostanze può avere senso riportare degli squilibri commerciali? Certo che sì. Nel XIX secolo, la rivoluzione industriale della Gran Bretagna le ha consentito di ottenere grandi profitti dall’aumento della produzione, parte dei quali sono stati investiti negli Stati Uniti. Questo denaro prestato all’economia americana in rapida crescita ha generato rendimenti superiori a quelli che avrebbe prodotto in patria, creando al contempo un mercato di sbocco per le merci britanniche. I potenziali guadagni di produttività hanno creato una situazione “win-win”: aveva senso per gli americani prendere in prestito e per i britannici concedere prestiti. Ma questo caso evidenzia anche una cosa che è facile dimenticare: avere un avanzo commerciale significa finanziare il deficit commerciale di qualcun altro.
La crisi dell’Eurozona è spesso definita una crisi di debito. Ma, in realtà, l’Europa nel suo complesso non ha avuto un problema di debito estero, ma un problema di debito interno: le eccedenze commerciali tedesche e il crescente debito nella periferia europea erano le due facce della stessa medaglia.
I tedeschi hanno risparmiato (molto), e la moneta unica li ha indotti — anziché a risparmiare di meno o a investire questi soldi in patria — a prestarli ai loro partner commerciali dell’eurozona, che li hanno usati per acquistare merci tedesche. Nel 2007, il surplus commerciale tedesco aveva raggiunto i 195 miliardi di euro, tre quinti del quale proveniva dall’eurozona. Berlino può anche chiamarla “parsimonia”, ma non si può dire che l’eccesso di risparmio della Germania, che spesso le sue banche avevano difficoltà a mettere a frutto, sia stato investito bene. Al contrario, esso ha dato ai tedeschi l’illusione della prosperità, scambiando lavoro reale (che si riflette nel PIL) con cambiali di carta che potrebbero non essere mai ripagate.
Qualcosa doveva cambiare, ma cosa? Normalmente, ogni paese avrebbe perseguito la propria politica monetaria, contando sugli aggiustamenti del cambio per spostare la localizzazione della domanda, da quei paesi che non possono permettersela a quelli che invece potrebbero. Con una moneta unica, però, questo aggiustamento non si è potuto verificare. Allora, i debitori europei sono stati costretti a ridurre drasticamente la domanda, attraverso una combinazione di austerità fiscale e rientro dal debito. I loro disavanzi commerciali con la Germania sono calati sensibilmente — ma a causa di minori importazioni, non di maggiori esportazioni. Tutti i cosiddetti PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) hanno visto crollare il loro commercio complessivo con la Germania — nel caso di Grecia e Irlanda, di più di un terzo. Così, il riequilibrio avvenuto in Europa, è avvenuto a scapito della crescita.
L’Eurozona è finita in trappola. I paesi europei avevano bisogno di muoversi in direzioni diverse, ma sotto una moneta unica si sono trovati costretti allo stesso passo. In Europa “vivere nei limiti dei propri mezzi” ha voluto dire una Germania che ha continuato a risparmiare più di quanto consumava, anziché sostenere la tanto necessaria domanda di beni. L’allentamento monetario — e un euro più debole — si limitano semplicemente a deviare gli squilibri interni dell’Europa verso l’esterno. Il surplus commerciale della Germania con gli Stati Uniti è esploso (aumentando del 49% tra il 2007 e il 2013) e i deficit nei confronti di Cina e Giappone sono collassati (riducendosi del 71% e del 78% rispettivamente). Nel frattempo, la bilancia commerciale della Germania con il Brasile e la Corea del Sud si è capovolta, da deficit a surplus.
A partire dal 2012, praticamente tutta la crescita del PIL dell’eurozona, su base annua, è arrivata dalle esportazioni nette — ulteriore conferma della debolezza della domanda interna europea come motore di crescita. È discutibile, tuttavia, se affidarsi all’accumulo di ulteriore debito da parte degli americani — e rischiare che essi vadano nella direzione della Grecia — sia in realtà una strategia affidabile. In linea di principio, ha più senso ridurre il deficit commerciale dell’Europa con la Cina. Ma in pratica, questo ha voluto dire non tanto intercettare il mercato cinese di consumo di massa quanto vendere macchinari e beni di lusso nel boom cinese degli investimenti alimentati dal credito, che in se stesso è rivolto al mantenimento dell’enorme avanzo commerciale verso gli Stati Uniti. La questione non è — come spesso viene presentata — cosa sia giusto – ma cosa sia sostenibile. E una situazione in cui gli americani interpretano il ruolo di “consumatori di ultima istanza” del mondo, continuando a prendere soldi in prestito e vivendo al di sopra dei propri mezzi, non è sostenibile.
Quindi che cosa si dovrebbe fare? La soluzione migliore – e la meno probabile — è che la Germania esca dall’euro e permetta al nuovo marco tedesco di rivalutarsi. In questo, l’esperienza degli Accordi di Plaza del 1985 dà qualche speranza. Mentre uno yen più forte ha raschiato appema la superficie del surplus commerciale strutturale del Giappone, il comportamento tedesco si è rivelato molto più sensibile agli incentivi derivanti da un marco più forte.
L’anno scorso, i politici tedeschi si sono dimostrati molto più disposti a provare ad aumentare la domanda innalzando il salario minimo, tagliando l’età pensionabile e aumentando le pensioni — mosse che potrebbero funzionare, ma rischiano di danneggiare la produttività, che in definitiva è all’origine della capacità di consumo della Germania . Perversamente, quegli stessi politici si rifiutano di tagliare le tasse o aumentare la spesa pubblica, cosa che nel 2014 ha portato la Germania a conseguire il suo primo bilancio federale in pareggio dal 1969, un anno prima del previsto. Per la maggior parte dei tedeschi, qualsiasi riferimento al fatto che questa disciplina fiscale dovrebbe essere allentata puzza di sregolatezza in stile greco, ma c’è un altro modo di vedere la questione. L’eccesso di risparmio è già lì; l’unica domanda è “dove” prestarlo. Un indebitamento sul mercato interno per guidare una vera ripresa europea potrebbe essere preferibile a buttarlo (ancora una volta) all’estero, in modo che gli altri comprino cose che in realtà non possono permettersi.
Con una popolazione che invecchia, forse è comprensibile che i tedeschi vogliano risparmiare. Ma non c’è alcuna ragione intrinseca per dirigere quel risparmio all’estero quando c’è una urgente necessità di distribuirlo in casa. La «crescita» guidata dalla Germania finanziando squilibri commerciali insostenibili — all’interno e all’esterno dell’eurozona — è un’illusione. È una crescita presa in prestito, solo per un po’. Per la Germania, e per il mondo, è un cattivo affare.

Che cosa e' il Minijobber o Minijob in Germania

Minijob minijobber lavoro in germania italiani
Tutti avranno sicuramente già sentito parlare del cosiddetto fenomeno “minijob” in Germania. Ma in cosa consiste esattamente? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di contratto? Va precisato che a molti stranieri non é del tutto chiaro se si tratti di un'opportunità più o meno positiva offerta dallo stato tedesco ai suoi cittadini. Vediamo dunque di capirlo assieme in questo articolo.

Il Minijob in Germania é una geringfügige Beschäftigung (definito in tedesco anche 400-Euro-Job), vale a dire un “lavoro scarsamente remunerato”, in quanto prevede una remunerazione massima si 400 € al mese, e costituisce l'altra faccia del boom occupazionale in Germania. Questo tipo di contratto non prevede il pagamento di tasse e permette ai lavoratori di vivere parzialmente con gli aiuti sociali. Essi raramente possono aspirare ad una normalizzazione del loro rapporto di lavoro e ciò crea molto malcontento. Purtroppo né i sindacati, né gli imprenditori sono contenti di questa situazione, eppure il numero dei lavoratori assunti con questo tipo di contratto continua ad aumentare costantemente: oggi si possono infatti contare 7,3 milioni di lavoratori scarsamente retribuiti.

Un lavoratore su quattro esercita un minijob in Germania

I minijob in Germania sono stati introdotti nel 2003 con lo scopo di riattivare l'occupazione e la speranza che un lavoro di questo tipo potesse trasformarsi in un'opportunità più seria in futuro. Ciò si verifica in rarissimi casi, come ha reso noto l'agenzia federale del lavoro, e conseguentemente il numero dei lavoratori assunti con questo tipo di contratto é aumentato notevolmente nel corso degli ultimi anni al punto da poter affermare che oggigiorno un lavoratore su quattro in Germania rientra nella categoria degli “scarsamente retribuiti”. Si tratta di oltre 7 milioni di persone e per 5 delle quali il minijob costituisce l'unica forma di sostentamento. I restanti 2 milioni lo combinano con un'altra occupazione, spesso part-time, per arrotondare.

In quali settori si concentrano principalmente i minijob in Germania?

I minijob in Germania si concentrano solo in alcuni settori, come ad esempio nella vendita in negozi o nei grandi magazzini, dove spesso c'è bisogno di ulteriore personale in alcuni momenti o in particolari giorni della settimana, ma si possono trovare lavoratori di questo tipo anche nei ristoranti, negli hotel e più in generale nel settore turistico, in cui si é registrato un aumento impressionante di personale assunto con questo tipo di contratto, si parla addirittura di un incremento del 500% tra il 2000 ed il 2008.

Quali sono i diritti dei minilavoratori?

Secondo i ricercatori dell'Università di Duisburg-Essen questi lavoratori non hanno gli stessi diritti degli altri: essi spesso lavorano più ore percependo uno stipendio inferiore, inoltre non hanno ferie e malattie retribuite. I gruppi più a rischio di percepire un salario inferiore a 9,15 € sono i giovani sotto i 25 anni, gli stranieri e le persone che non hanno alcuna formazione professionale

A chi puó tornare utile un minijob?

Come già precisato precedentemente, il minijob in Germania rappresenta l'altra faccia del boom occupazionale che si é avuto in questo paese negli ultimi anni, ma va considerato che vi sono categorie sociali a cui un contratto di questo tipo conviene e spesso rappresenta una forma di sostentamento fondamentale. Pensiamo ad esempio agli studenti, che riescono ad affiancare allo studio un lavoretto che non sottrae molto tempo allo studio, ma allo stesso tempo gli garantisce una minima entrata per poter affrontare le proprie spese, senza gravare molto sulle spalle dei propri genitori.

Inoltre vi sono lavoratori, assunti con contratto regolare, che intendono arrotondare il proprio stipendio, affiancando alla propria attività professionale una piccola occupazione, anche saltuaria, durante il fine settimana. Per quest'ultima categoria, il minijob non rappresenta una forma di sostentamento, bensì un modo di aumentare la propria remunerazione e potersi concedere un tenore di vita leggermente più elevato. Bisogna ovviamente considerare a livello fiscale se ciò va a gravare notevolmente sul reddito familiare e se comporta il pagamento di maggiori tasse allo stato. Utilizzando uno strumento di calcolo online, ad esempio, si può verificare quanto sia vantaggioso, da un punto di vista fiscale, l'affiancamento di un minijob alla propria attività professionale principale.
Fonte : http://www.germanitalia-job.com

Aumenta l'immigrazione di Italiani verso la Germania

Immigrazione italiani in germania 2015
La Germania si conferma un Paese di immigrazione, con arrivi in costante aumento. Nella prima metà del 2014 hanno scelto come destinazione la prima economia europea 667mila persone, in crescita del 20% (112mila)rispetto allo stesso periodo del 2013. Il saldo netto dell’immigrazione - entrate meno uscite - ha visto un incremento del 17% a 240mila persone, quarto anno consecutivo di aumenti a doppia cifra.

Per l’intero 2014 l’ufficio di statistica si aspetta un saldo netto di mezzo milione. L’ultima volta che si erano registrati flussi tanto ingenti risale all’inizio degli anni Novanta, in seguito alla caduta del Muro di Berlino e la disegregazione del blocco a Est. Negli ultimi anni si è avuta una chiara inversione di tendenza nei saldi migratori in Germania: fino al 2009 era infatti più elevato il numero di quanti lasciavano il paese rispetto ai nuovi arrivi.

Un mercato del lavoro in costante crescita ha ribaltato la situazione facendo della Germania una destinazione chiave d’immigrazione in area Ocse. La maggior parte degli stranieri, circa i due terzi, arriva dalla Ue rispetto al 40% del 1999, sottolinea Andreas Rees, capo economista per la Germania di UniCredit Research. I due paesi con i flussi maggiori sono stati Romania e Polonia (con una quota del 16% ciascuno) seguiti dalla Bulgaria (6%) e dall’Italia (5,5 per cento). Un importante cambiamento strutturale, mette in evidenza l’analista, riguarda il livello di istruzione della nuova immigrazione: nel 2000 soltanto il 23% degli immigrati aveva era laureato mentre nel 2013 la quota ha raggiunto il 39 per cento. Inoltre, i dati dell’agenzia federale del lavoro mostrano come tra il 2010 e il 2014 su 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro dipendente creati, un milione circa è stato occupato da stranieri.
Fonte : Il Sole 24 ore

Gli Americani spiano i vostri computer lo sapevate ?

Americani spiano i pc di tutto il mondo attenti italiani in germania
C'è un nuovo incubo informatico che aleggia sui computer del pianeta. Anzi, per l'esattezza vi si nasconde dentro. Funziona così: alcuni programmi spia - scrive il New York Times - sono stati nascosti nei dischi rigidi di diversi costruttori di computer e vengono usati per spiare i computer di istituzioni governative e militari, banche, media, compagnie energetiche e di tlc, nonché attivisti islamici, in 30 nazioni tra cui Iran, Russia e Cina. Ma chi ha architettato tutto questo? Gli esperti di Kaspersky, società di sicurezza informatica con sede a Mosca che ha scoperto questo sofisticato sistema di spionaggio - lasciano intendere un coinvolgimento della National Security Agency (NSA) americana, al centro dello scandalo Datagate esploso nel 2013.
Del resto l'introduzione dei programmi spia negli hard disk costruiti da una dozzina di società tra cui Western Digital, Seagate, Toshiba, IBM e Samsung, è opera di un gruppo "che supera qualsiasi cosa nota in termini di complessità e sofisticazione delle tecniche", osserva Kaspersky. Si tratta di "The Equation Group", attivo da circa 14 anni, che per i ricercatori ha "solidi rapporti" con i creatori di Stuxnet, il virus messo a punto da Usa e Israele e usato per attaccare la centrale nucleare iraniana di Natanz e avrebbe alle spalla sia la Nsa che la sua sua controparte militare, lo United States Cyber command. Un paio di ex impiegati della Nsa, poi, avrebbero confermato ad alcuni organi di stampa la correttezza dell'analisi fatta da Kaspersky lab.
Il Gruppo Equation sfrutterebbe una vasta infrastruttura che include più di 300 domini e oltre 100 server situati in diversi paesi, compresi Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Germania, Paesi Bassi e Repubblica Ceca. Dal 2001. Grazie a questa rete avrebbe infettato migliaia, o forse persino decine di migliaia di vittime in più di 30 paesi. Stando agli esperti, uno dei programmi spia è nascosto nel firmware del disco rigido, cioè un programma che invia messaggi al resto del computer quando è acceso. Si tratta di "una realizzazione tecnica sorprendente", assai difficile da scoprire. Per modificare i dischi rigidi, proseguono gli analisti, gli autori dei programmi spia devono aver avuto accesso al codice sorgente degli hard disk, che non è un'informazione diffusa pubblicamente dei costruttori.
Per infettare le sue vittime, il gruppo usa un potente arsenale di "impianti" (Trojan), compresi quelli nominati da Kaspersky Lab come: EquationLaser, EquationDrug, DoubleFantasy, TripleFantasy, Fanny e GrayFish. Senza dubbio ne esistono altri. Kaspersky ha recuperato due moduli che permettono di riprogrammare il firmware dell'hard disk di più di una dozzina delle popolari marche di hard disk. Questo rappresenta forse il tool più potente dell'arsenale del gruppo Equation e il primo malware conosciuto in grado di infettare il disco rigido. Riprogrammando il firmware dell'hard disk (ad esempio riscrivendone il sistema operativo), il gruppo raggiunge due obiettivi: un livello estremo di persistenza che permette di sopravvivere alla formattazione del disco e alla reinstallazione del sistema operativo; se il malware riesce a entrare nel firmware, potrà riattivarsi per sempre, potrebbe evitare l'eliminazione di un determinato settore del disco o sostituirlo con uno nocivo durante l'avvio del sistema.
"Un altro pericolo è che, una volta infettato l'hard drive con questo payload nocivo - avverte Costin Raiu, Director del Global Research and Analysis Team di Kaspersky Lab - è impossibile scansionare il suo firmware. In poche parole: per la maggior parte degli hard drive ci sono funzioni per scrivere il firmware dell'hardware, ma non ci sono funzioni per rileggerlo. Questo ci impedisce di rilevare gli hard drive infettati dal malware" . Ma non è tutto. Esiste la capacità di creare un'area invisibile e persistente nascosta all'interno dell'hard drive che viene usata per salvare le informazioni estrapolate che, in un secondo momento, potranno essere recuperate dai criminali. Inoltre, in alcuni casi potrebbe aiutare il gruppo a superare la cifratura del disco: "Considerando il fatto che il loro impianto GrayFish è attivo fin dall'avvio del sistema, sono in grado di ottenere la password di crittografia e salvarla nell'area nascosta".
Fonte : Repubblica.it

Attenzione al nuovo virus che gira su facebook

virus facebook
Vi ritrovate taggati in un video o in una foto da un vostro amico (si tratta quasi sempre di pornografia) solo che il vostro amico non ne sa nulla e se, incuriositi, cliccate sul link, il vostro pc sarà infettato da un virus», si legge in un post della pagina FB di ‘Agente Lisa’ che ha già superato le 45 mila condivisioni.
Il virus «Si tratta di un programma malevolo – avverte la Polizia di Stato – che si insinua nel computer e tra i vari effetti può carpire anche i dati sensibili. Questo virus, inoltre si può trasmettere da contatto a contatto, ad esempio si può insinuare nella chat, quindi se chattate con un amico infetto potreste essere infettati anche voi. Fate attenzione poi anche agli smartphone, perché si può diffondere pure sui telefonini».
Dunque, come difendersi? «Innanzitutto – raccomanda la Polizia – evitate di cliccare su link che vi sembrano strani (possibile che un mio amico mi tagghi in un video porno sulla mia bacheca?). Installate, inoltre, un buon antivirus aggiornato. E poi usate il passaparola con i vostri contatti di Facebook. Una buona idea è quella di scrivere un post sulla vostra bacheca dicendo a tutti gli amici che non avete taggato nessuno su video o foto e di non aprire link inviati a vostro nome perché si tratta di un virus».
I consigli In alternativa, si può condividere il post pubblicato sulla bacheca di ‘Agente Lisà. «Pochi accorgimenti che sicuramente basteranno a salvaguardare il vostro computer», assicura la Polizia. Con la pagina Facebook ‘Agente Lisà la Polizia di Stato vuole comunicare alla gente, con un approccio giovane e ‘friendly’, i risultati del lavoro quotidiano dei poliziotti, ma soprattutto mettere in guardia i cittadini dai pericoli che ci sono in internet e nella vita di tutti i giorni. Un’iniziativa che piace, a giudicare dalle centinaia di migliaia di contatti quotidiani e in continuo aumento.
Fonte il Mattino.it 

Quali sono le difficoltà di un italiano che desidera lavorare in Germania ?

Malgrado la crisi dilagante, non sono molti gli italiani che decidono di trasferirsi in Germania per cercare lavoro. Questo avviene perché molti si fanno frenare dai vari ostacoli che si potrebbero incontrare nell'intraprendere una carriera lavorativa in un paese straniero come la Germania.
Ma quali difficoltà potrebbe effettivamente incontrare un italiano che desidera lavorare in Germania?
Si tratta innanzitutto di difficoltà legate all'integrazione integrazione culturale e linguistica soprattutto: il tedesco, come ben sappiamo é considerato da molti una lingua ostica e non di facile apprendimento.

Come affrontare dunque queste difficoltà ?

Secondo un articolo pubblicato recentemente su Welt Online, sono pochissimi i sud-europei che decidono di trasferirsi in Germania per cercare lavoro, malgrado la crisi, la disoccupazione crescente e pur essendo a conoscenza della mancanza di manodopera qualificata in Germania.
Perché avviene ciò? Forse in molti temono di non riuscire a far fronte a quelle difficoltà linguistiche e culturali che si incontrano necessariamente quando ci si trasferisce in un paese straniero.
Come ben sappiamo, la Germania ha bisogno di lavoratori, in modo particolare vi sono molti settori che lamentano una forte mancanza di manodopera qualificata, a partire dai cuochi e dagli elettricisti fino al personale infermieristico e medico passando per gli ingegneri e gli informatici.
Lo Stato tedesco, tramite i vari uffici di collocamento (Bundesagentur für Arbeit) sparsi su tutto il territorio nazionale, cerca di favorire l'inserimento di queste figure professionali nel mondo del lavoro, incentivando l'integrazione culturale e linguistica.
La Bundesagentur für Arbeit non solo provvede alla ricerca di personale qualificato da inserire nelle varie realtà aziendali, ma si occupa anche della loro formazione, al fine di fare acquisire ai lavoratori maggiori competenze professionali. É dunque consigliabile fissare un appuntamento con il funzionario responsabile per l'orientamento e la consulenza, per farsi aiutare nella ricerca concreta di lavoro nella propria professione e reperire anche altre informazioni utili. Nelle grandi città tedesche esiste anche un centro per l'informazione professionale (Berufsinformationszentrum - BIZ), dove sono presenti sia un orientatore, sia materiali sulle varie professioni.
L'ostacolo linguistico può essere in un primo momento raggirato in quanto in Germania, soprattutto nelle grandi aziende, viene utilizzato molto l'inglese. Successivamente, dopo una prima fase di inserimento sarà l'azienda stessa che provvederà a garantire ai vari lavoratori stranieri dei corsi per apprendere la lingua tedesca.
Fonte: Welt Online

Lavoro in Germania per Operai a 1900 Euro con alloggio e corso di tedesco

Opportunità di lavoro per chi vuole trasferirsi in terra tedesca con agevolazioni, quali alloggio e corso di lingua offerti dall’azienda. Le figure selezionate sono le seguenti:
-          N. 5 TORNITORI MANUALI E CNC
I candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
-          pregressa esperienza di almeno 4 anni come tornitore in lavorazioni di parti metalliche su torni manuali e CNC, preferibilmente su grandi parti d’acciaio;
-          conoscenza base di programmazione CNC (ZXY Axis, G/M Code);
-          capacità di lettura dei disegni tecnici e comprensione per quanto concerne tolleranza e rugosità delle superficie.;
-          essere in grado di utilizzare gli strumenti di misura e di lavorare con tolleranza nella gamma dei micron (0.001 millimetri);
-          patente di guida;
-          conoscenza base della lingua inglese.
I tornitori andranno ad operare in un’industria metalmeccanica Tedesca, inizialmente si lavorerà sui torni manuali e poi su quelli CNC, nella lavorazione di serie da 1 a 50 pezzi in acciaio o alluminio, di diametro vario da 10mm a 500mm e lunghezza da 10mm a 4000mm,.
Nei primi 6 mesi l’Azienda offre nel contratto un corso di tedesco di 5 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, mentre altre 5 ore del pomeriggio, sono dedicate al lavoro in fabbrica. Dopo questo primo periodo, si viene impiegati in 8 ore di lavoro al giorno, su due turni lavorativi dalle 5:30 alle 14:00 oppure dalle 14:00 alle 22:30.
Viene offerto contratto a tempo pieno e indeterminato con inquadramento che verrà concordato in base all’effettiva esperienza maturata con salario mensile tra i 1.600 e i 1.900 euro. L’azienda offre anche alloggio in un appartamento condiviso con stanze singole.
Sede del lavoro : Talheim, vicino a Tuttlingen in Germania).
Per candidarvi inviate il vostro curriculum vitae con lettera di presentazione al seguente indirizzo e-mail:eures@cittametropolitana.mi.it. Per ulteriori informazioni consultate l’annuncio cliccando qua.
Fonte : Worky.biz

Ambasciate Italiane in Germania

AMBASCIATA ITALIANA A BERLINO
Indirizzo: Hiroshimastrasse 1 - 10785 Berlino
Ingresso ufficio consolare: Hildebrandstrasse 1 - 10785 Berlino
Orari ufficio consolare: 8.30-12.30 di lunedì, martedì, giovedì e venerdì; 14.00-17.30 di mercoledì
Telefono: +49 30 254400
Fax: +49 30 25440169
E-mail: segreteria.berlino@ esteri.itconsolare.berlino@esteri.it
Aree di competenza: Berlino, Brandenburgo, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia.


CONSOLATO ITALIANO A COLONIA
Indirizzo: Universitätstrasse 81 - 50931 Köln
Orari: 8.30-12.30 dal lunedì al venerdì; 15.00-17.30 di mercoledì
Telefono: +49 221 400870
Fax: +49 221 4060350
Aree di competenza: Colonia, Düsseldorf e Arnsberg soltanto per i circondari di Hochsauerlandkreis, Märkischer Kreis, Olpe e Siegen-Wittgenstein


CONSOLATO ITALIANO A DORTMUND
Indirizzo: Göbenstrasse 14 - 44135 Dortmund
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al venerdì; 14.30-17.30 di mercoledì
Telefono: +49 231 577960
Fax: +49 231 551379
Aree di competenza: Münster, Detmold e Arnsberg ad eccezione dei circondari di Hochsauerlandkreis, Märkischer Kreis, Olpe e Siegen-Wittgenstein


CONSOLATO ITALIANO A FRANCOFORTE
Indirizzo: Kettenhofweg. 1 - 60325 Francoforte sul Meno
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al venerdì; 14.30-17.00 di mercoledì
Telefono: +49 69 75310
Fax: +49 69 7531104, +49 69 7531143
Aree di competenza: Assia e Renania Palatinato


CONSOLATO ITALIANO A FRIBURGO
Indirizzo: Schreiberstrasse 4 - 79098 Freiburg
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al venerdì; 15.00-18.00 di mercoledì
Telefono: +49 761 386610
Fax: +49 761 3866161
Aree di competenza: Friburgo


CONSOLATO ITALIANO AD HANNOVER 
Indirizzo: Freundallee. 27 - 30173 Hannover
Orari: 9.00-12.00 dal martedì al venerdì; 15.00-17.00 di lunedì e mercoledì
Telefono: +49 511 283790
Fax: +49 511 2837930
Aree di competenza: Bassa Sassonia, Amburgo, Brema, Schleswig-Holstein, Mecklemburgo-Pomerania


CONSOLATO ITALIANO A MONACO DI BAVIERA
Indirizzo: Möhlstrasse 3 - 81675 München
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al giovedì; 8.30-12.30 di venerdì; 14.00-17.30 di martedì
Telefono: +49 89 4180030
Fax: +49 89 477999
Aree di competenza: Baviera, esclusi i distretti della Franconia centrale, inferiore e superiore


CONSOLATO ITALIANO A STOCCARDA
Indirizzo: Lenzhalde 46 - 70192 Stuttgart
Orari: 9.00-12.00 dal lunedì al venerdì; 14.30-17.00 di martedì e giovedì
Telefono:. +49 711 25630
Fax: +49 711 2563136
Aree di competenza: Baden-Württemberg escluso il distretto di Friburgo


CONSOLATO ONORARIO ITALIANO A BREMA
Indirizzo: Karl Ferdinand Braun Strasse 8 - 28359 Bremen
Orari: 10.00-12.30 dal lunedì al venerdì
Telefono: +49 421 702030
Fax: +49 421 702030
Aree di competenza: Brema e Bremerhaven


CONSOLATO ONORARIO ITALIANO A DRESDA
Indirizzo:Augsburger Strasse 3 - 01309 Dresda
Orari: 9.30-12.00 dal lunedì al venerdì
Telefono: +49 351 4444488
Fax: +49 351 444458488
Aree di competenza: Dresda


CONSOLATO ONORARIO ITALIANO A KIEL
Indirizzo: Brunswicker Strasse 40 - 24105 Kiel
Orari: 10.00-12.00 dal lunedì al venerdì; 15.00-17.00 di mercoledì
Telefono: +49 431 5700080
Fax: +49- 431 5700081
Aree di competenza: Flensburg, Schleswig-Flensburg, Rendsburg-Eckernförde, Kiel, Nordfriesland


CONSOLATO ONORARIO ITALIANO A LIPSIA
Indirizzo: Messe-Allee 1 - 04356 Leipzig
Telefono: +49 341 678 000
Fax:  +49 341 6788102
Sito web: www.conslipsia.de


UFFICIO CONSOLARE ITALIANO A SAARBRUCKEN
Indirizzo: Johannisstr. 2 - 66111 Saarbrücken
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al venerdì
Telefono: +49 681 668330
Fax: +49 681 6683335


UFFICIO CONSOLARE ITALIANO A NORIMBERGA
Indirizzo: Gleissbühlstrasse 10 - 90402 Nürnberg
Orari: 9.00-12.30 dal lunedì al giovedì; 14.00-17.30 di martedì; 8.30-12.30 di venerdì
Telefono: +49 911 205360
Fax:  +49 911 2053623


AGENZIA CONSOLARE ITALIANA A WOLFSBURG
Indirizzo: Porschestrasse 74 - 38440 Wolfsburg
Orari: 9.00-12.00 dal lunedì al venerdì; 15.00-17.00 di martedì e giovedì
Telefono: +49 5361 23077
Fax:  +49 5361 21358
Aree di competenza: Wolfsburg, LandKreise Gifhorn ed Helmstedt


AGENZIA CONSOLARE ITALIANA A MANNHEIM
Indirizzo: 68161 Mannheim
Telefono: +49 621 1789090
Fax:  +49 621 22945